Nel pomeriggio scorso, gli uomini del Commissariato di Piazza Armerina – diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – hanno eseguito – in esecuzione dell’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Caltanissetta – l’arresto a carico di un pregiudicato armerino – con precedenti si polizia per reati contro il patrimonio, ed in particolare per furti di cose preziose antiche –Ignazio La Mattina, classe 1953, per scontare la pena conseguente alla condanna, per essere stato riconosciuto, in concorso con altri, colpevole dei reati di furto, pluriaggravato, da espiare, scontato il periodo già sofferto in regime di custodia cautelare, in carcere per complessivi anni 3, mesi 8 e giorni 23, conseguente alla commissione del furto del pettorale in oro ed argento della nota icona raffigurante Maria SS. Delle Vittorie, custodita all’interno della Cattedrale di Piazza Armerina.
In particolare, i fatti risalgono al maggio del 1997, quando il pregiudicato, unitamente al fratello, effettuarono il colpo ai danni della Cattedrale, con la complicità del sagrestano.
Detta condanna è scaturita a seguito di complessa attività investigativa esperita all’epoca dei fatti dal Commissariato P.S. di Piazza Armerina, a seguito del grave delitto sopra indicato, e che porto, alcuni mesi dopo l’evento, all’epoca lo stesso Ignazio La Mattina (nella foto), unitamente al fratello – esecutori materiali – ed al sagrestano del citato luogo di culto – basista – ad essere tratti in arresto in esecuzione di O.C.C. emessa dal G.I.P. di Enna, per i consistenti indizi di reato, raccolti dagli investigatori armerini, che erano riusciti a ricostruire la rete dei contatti fra i tre – che avevano effettuato anche dei sopralluoghi nella cattedrale della città della Madonna delle Vittorie prima del furto, raccogliendo dal sacrestano preziose informazioni sul modo di smontare l’oggetto sacro – nonché per altri indizi che conducevano gli esecutori materiali a personaggi gravitanti nella criminalità del settore delle opere d’arte.
All’epoca, la gravità del fatto – derivante dall’inestimabile valore storico della reliquia sacra asportata, suscitò il risentimento popolare, in quanto legato sia alla coscienza religiosa della cittadinanza piazzese – legato ad atti di fede alla patrona – sia alla stessa fondazione della città medievale, che nella donazione del vessillo da parte del conte Ruggero il Normanno al contingente lombardo che prese stanza nelle colline di Piazza Armerina, affonda le sue radici – porto il massimo impegno nelle indagini condotte da degli investigatori armerini, culminate con l’arresto dei tre soggetti.
Parte della refurtiva, ovvero alcuni oggetti in metallo prezioso che componevano il pettorale, furono poi, nel 2003, ritrovati e riconsegnati da un cittadino inglese.
In seguito alle condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Caltanissetta, divenuta definitiva a seguito della conferma della Corte di Cassazione, il pregiudicato diveniva destinatario del provvedimento della Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello, che ordinava l’esecuzione della pena. Gli investigatori armerini, dunque, eseguito il provvedimento, associavano il pregiudicato armerino alla Casa Circondariale di Enna, per scontare la pena di anni 3, 8 mesi e giorni 23, conseguente alla condanna inflitta.
Fonte: http://www.vivienna.it/2012/02/25/piazza-armerina-condannato-e-arrestato-pregiudicato-rubo-pettorale-dell%E2%80%99icona-maria-ss-delle-vittorie-in-cattedrale/
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