Primo versamento entro il 18 giugno, l'ultimo il 17 dicembre anche con il conto corrente. Sgravi, solo uno per famiglia e al massimo 600 euro. La nuova imposta graverà su chi vi abita, a prescindere dal fatto che ne sia proprietario
TRE RATE per pagare l'Imu sulla prima abitazione (una in più a settembre). Detrazioni calcolate una volta sola per nucleo familiare. Imposta versata dal coniuge separato che vive nella casa, anche se non proprietario. Nessuna imposta di bollo per chi sceglie la cedolare secca sugli affitti. Esenzione da Irpef, Ires e Imu per gli edifici, distrutti o inagibili, dei Comuni dell'Aquila colpiti dal sisma di tre anni fa. Queste le principali modifiche alle norme sugli immobili, votate ieri in Commissione finanze alla Camera, contenute nel decreto fiscale già licenziato dal Senato e atteso per mercoledì a Montecitorio. Ecco come funzionerà l'Imposta municipale sugli immobili, entrata in vigore il primo gennaio scorso, e dovuta da tutti i proprietari e i titolari di diritti reali (come usufrutto, uso, enfiteusi).
Come e quando si verserà l'Imu?
In tre rate, non più solo due, se si tratta di prima casa, entro il 16 dei mesi di giugno, settembre e dicembre. Tenuto conto delle domeniche, le tre scadenze per il 2012 saranno: 18 giugno, 17 settembre e 17 dicembre. Ogni rata è pari a un terzo dell'imposta totale. Ma le prime due si calcolano applicando l'aliquota base valida per tutto il territorio nazionale, ovvero il 4 per mille, e si versano usando il modello F24. L'ultima si potrà pagare anche con il bollettino di conto corrente e salderà gli eventuali aumenti decisi entro il 30 settembre dai sindaci che possono alzare l'aliquota fino al 6 per mille. L'Imu sulla seconda casa, invece, si versa alla vecchia maniera e dunque in due rate: il 50 per cento a giugno (aliquota base del 7,6 per mille) e il conguaglio a dicembre (con l'aliquota che può salire fino al 10,6 per mille).
Come funzionano le detrazioni?
Valgono solo per la prima casa e sono pari a 200 euro più 50 euro per ogni figlio a carico fino ai 26 anni (al massimo, in totale, 600 euro). In base alla nuova stretta sui criteri di definizione di "prima casa" per ottenere gli sgravi e limitare così gli abusi, queste agevolazioni si conteranno una volta sola per ciascuna famiglia, anche se i singoli componenti hanno "stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi" dello stesso Comune. In altri termini, i coniugi conviventi che posseggono due case e dichiarano residenze separate potranno applicare le detrazioni (ma anche l'aliquota agevolata, più bassa) alla sola abitazione in cui hanno "dimora abituale".
Cosa cambia per i separati o divorziati?
A pagare la nuova imposta sulla casa sarà chi ci abita perché gli è stata assegnata, a prescindere dal fatto che ne sia proprietario. Ai fini Imu, varrebbe dunque il "diritto di abitazione". Sul punto, protesta l'Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami) secondo cui "non si può stabilire a priori chi dovrà pagare l'Imu, perché dipende dalle condizioni economiche dei coniugi". E dunque "la decisione andrebbe lasciata al giudice che decide caso per caso", sottolinea il presidente Gian Ettore Gassani.
Qual è la procedura di calcolo dell'Imu?
Si parte dalla rendita catastale che si può recuperare dall'atto di compravendita dell'immobile oppure sul sito dell'Agenzia del territorio ("Consulta i dati catastali", nel menù "Privati"). La rendita deve essere rivalutata del 5 per cento e poi moltiplicata per il coefficiente che il Salva-Italia ha portato da 100 a 160. Al risultato si applica l'aliquota base: il 4 per mille per le prime case e il 7,6 per mille per le seconde. Nella prima ipotesi, si procede anche alle detrazioni. A questo punto, per determinare la prima rata di giugno dell'Imu, si divide per due (seconde case) o per tre (prime case).
Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2012/04/17/news/pagamento_imu-33432030/
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