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giovedì 12 aprile 2012

AGRUMICOLTURA: in Sicilia la campagna peggiore degli ultimi dieci anni

Dopo aver toccato il fondo non ci resta che raschiare il barile.

Cenere dell’Etna, piogge violente, vento e grandine: la stagione agrumicola siciliana 2011-2012 è stata una delle peggiori degli ultimi anni anche a causa di problemi nel settore organizzativo e commerciale. Senza contare i danni causati in gennaio dalla settimana di sciopero degli autotrasportatori e la presenza, denunciata da autorevoli fonti di stampa, di arance con marchio IGP palesemente falso. In Sicilia coltivatori e operatori della filiera si preparano a fare i conti con enormi perdite di fatturato tanto da indurre il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia –  il più grande fra i distretti siciliani in termini di addetti e di fatturato, espressione di un comparto strategico nell’economia della regione - a convocare un’Assemblea straordinaria, in programma domani, giovedì 12 aprile, alle ore 16.30, nelle sale dell’Hotel Gelso Bianco (Autostrada Ct-Pa), cui prenderanno parte tutti i soci sottoscrittori del Patto di Sviluppo, ma anche enti e soci non aderenti. Invitati anche i massimi vertici del governo della Regione Siciliana e i dirigenti generali degli Assessorati alle Risorse Agricole e alle Attività Produttive.

“Ci confronteremo – spiega la presidente del Distretto, Federica Argentati – sulle azioni che dovrà intraprendere il nostro Distretto, strumento di programmazione e concertazione del territorio regolarmente riconosciuto dalla Regione Siciliana. Saranno presenti tutti e cinque i consorzi di tutela delle produzioni Igp e Dop (Arancia Rossa di Sicilia e Bionda di Ribera, Limone Interdonato e di Siracusa, Mandarino Tardivo di Ciaculli), le aziende biologiche, le imprese della filiera, gli enti e le rappresentanze del mondo agricolo. Interverranno anche i rappresentanti legali di altri Distretti, agricoli e della pesca, riconosciuti dalla Regione Sicilia. Un confronto urgente e necessario– conclude la Argentati - in questa emergenza del comparto agrumicolo per consentire al Distretto di agire, di essere quel reale strumento operativo, voluto e sostenuto concretamente da tutti gli attori, privati e pubblici. Le aziende in primis, ma soprattutto le istituzioni, come la Regione: ognuno deve fare la sua parte”.


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