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venerdì 24 febbraio 2012

Il governo: "La Chiesa pagherà l'Ici" I Salesiani: "Tassa ingiusta e non equa"

La norma è stata introdotta nel dl liberalizzazioni sotto forma di emendamento. Nessuna sanatoria.  "Grazie agli introiti si potranno abbassare le tasse". Il pagamento scatterà dal 1 gennaio 2013

ROMA - Come annunciato, il governo ha messo mano all'Imu (ex Ici) per gli immobili della Chiesa destinati ad attività commerciali. Il consiglio dei ministri 1ha infatti approvato un emendamento al decreto liberalizzazioni attualmente all'esame del Senato che dovrebbe sciogliere il nodo della procedura di infrazione dell'unione europea contro l'Italia per il trattamento fiscale di favore sulle proprietà ecclesiastiche. "Il maggior gettito sarà destino alla riduzione delle tasse" spiega il governo. 

L'emendamento prevede che siano sottoposti a tassazione tutti gli immobili all'interno dei quali si svolgano attività commerciali, capovolgendo il meccanismo di esenzione in vigore finora. Sarebbero però escluse dall'Imu le attività no profit. Il beneficio quindi non dovrebbe riguardare la sola presenza di una Chiesa all'interno di una clinica o di una struttura di accoglienza. Se il provvedimento sarà approvato nella formulazione proposta dal governo non ci saranno sanatorie per i contenziosi già in atto e non saranno interrotte eventuali attività di accertamento già in corso. Secondo stime non ufficiali dell' Agenzia delle Entrate, si tratterebbe di un potenziale introito di due miliardi di euro all'anno.


I malumori del Pdl. Di altro avviso Massimo Corsaro, vice presidente del gruppo Pdl alla Camera: "Sarebbe davvero curioso se il governo, come si apprende da note di agenzia, presentasse a tal proposito un emendamento al decreto sulle liberalizzazioni. Non più tardi di 24 ore fa infatti è stato il capo dello Stato a stigmatizzare l'inserimento 2, nella fase di conversione dei decreti legge, di temi non inizialmente previsti nel testo. Quel monito deve valere per tutti, salvo che, visto il tema, il primo ministro non esibisca una bolla di dispensa dal richiamo di Napolitano". Ed è probabile che proprio di questo Monti abbia parlato con Napolitano nell'incontro del pomeriggio al Colle. E da ambienti vicini alla presidenza del Senato si apprende che l'ammissibilità dell'emendamento "non contrasta affatto con i criteri richiamati dal presidente della Repubblica".

Ma dal Pdl si alzano altre voci critche: "Il governo dica se asili nido e scuole parificate devono pagare la nuova Imu o no. E' urgente un intervento chiarificatore sull'emendamento presentato adesso dal governo al decreto liberalizzazioni" dice Maurizio Lupi (Pdl) vice presidente della Camera.

Il no dei salesiani. "Per quanto riguarda l'eventuale applicazione dell'ici alle scuole paritarie, i salesiani d'italia ribadiscono che questa non sarebbe giusta nè equa" si legge in una nota l'ordine fondato da Don Bosco che gestisce 140 scuole. Il provvedimento, sostengono, sarebbe in contrasto con le leggi che prevedono che le scuole non statali "hanno i medesimi doveri e diritti delle scuole statali, poichè svolgono un servizio pubblico e concorrono ai medesimi fini". Quindi, "non possono essere considerate 'commerciali' quelle attività che erogano un servizio che ha rilievo pubblico, è destinato all'assolvimento del diritto-dovere all'istruzione e formazione, tende ad assicurare fondamentali diritti di cittadinanza, come il diritto allo studio e il diritto all'istruzione e formazione professionale". Silenzio, invece, dalla Cei.

Golden share. Sull'altro fronte le norme arriva la golden share a difesa di settori strategici contro tentativi di acquisizione da parte di soggetti esterni all'unione euroea. La novità è contentuta in un emendamento che il governo si appresterebbe a presentare al dl liberalizzazioni. La bozza della proposta di modifica riguarda i casi di "minaccia effettiva di grave pregiudizio per gli interessi nazionali della sicurezza nazionale" e prevede "poteri speciali" anche l'opposizione all'acquisto se "l'acquirente è un soggetto esterno all'unione europea" e arriva a "detenere un livello di partecipazione al capitale con diritto di voto in grado di compromettere gli interessi di sicurezza nazionale". Per l'individuazione dei settori di strategicità nazionale l'emendamento rimanda a uno o più decreti della presidenza del consiglio su proposta per ambito di competenza dai ministeri della difesa, degli interni, dell'economia.

Le altre norme. Tra i provvedimenti all'esame c'è anche il potenziamento dell'accertamento ed altre disposizioni urgenti di natura finanziaria e societaria. All'ordine del giorno anche l'esame preliminare del disegno di legge per le nuove modalità di elezione dei consigli provinciali e il regolamento che modifica le disposizioni in materia di stato civile relativamente alla disciplina sul cognome.

Fonte: http://www.repubblica.it/politica/2012/02/24/news/consiglio_semplificazione-30447641/

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