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sabato 24 ottobre 2015

Gear Sport, i cancelli chiusi non fermano la passione.

Foto della situazione odierna
Doveva essere un pomeriggio di sport, un pomeriggio tranquillo di calcio. A scendere in campo è stata la squadra piazzese della Gear Sport, un gruppo di ragazzi che oramai da qualche anno portano alto il nome della città di Piazza Armerina. Chi purtroppo non “è sceso in campo” è quell'uomo in più che da sempre incita e infonde  forza e coraggio ai propri ragazzi, parlo ovviamente dei tifosi, di quei tifosi che già da qualche giornata sono costretti a guardare la partita da dietro i cancelli, che si presentano chiusi da beghe burocratiche e che hanno del paradossale.
La vicenda è parecchio ingarbugliata ed ha dell'incredibile, per farla breve è meglio andare subito al nocciolo della questione: le autorità chiedono alla Gear di allestire un settore ospiti (separandolo dal settore casalingo) e di conseguenza alla creazione di una terza via di fuga che permetta il deflusso degli ospiti senza che questi vengano a contatto con i padroni di casa, tutto normale? No affatto, secondo il Decreto Ministeriale riguardante le norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi del 18/03/1996 e relative integrazioni del 06/06/2005, i settori sono cosi regolamentati: "Al fine di realizzare la separazione tra i sostenitori delle due squadre, gli impianti all’aperto con un numero di spettatori superiore a 10.000 e quelli al chiuso con un numero di spettatori superiore a 4.000
devono avere lo spazio riservato agli spettatori suddiviso in settori, di cui uno appositamente dedicato agli ospiti, con ingressi, vie di uscita ed aree di parcheggio indipendenti e separate. La capienza di ciascun settore non può essere superiore a 10.000 spettatori per impianti all’aperto e a 4.000 per quelli al chiuso."  A ciò va aggiunto che nella divisione dei settori il numero degli spettatori diventa ininfluente qualora ci siano stati disordini pubblici ripetuti nel tempo  tali da dover applicare questa norma anche a quegli impianti che non superano i 10.000 o i 4.000 spettatori, nel nostro caso non vi sono precedenti  legati all'ordine pubblico.

Stando quindi a ciò che si legge nel decreto ministeriale l'impianto sportivo di Sant'Antonio non necessiterebbe di nessuna separazione per gli ospiti visto che l'impianto prevede 184 posti a sedere, la stessa cosa potremmo dire di tutti gli impianti sportivi piazzesi, nessuno di questi infatti presenta le caratteristiche richieste delle autorità, si tratta dunque di uno spiacevole equivoco o c'è qualche altra normativa più nascosta? Il CONI stesso,nella deliberazione approvata dal consiglio nazionale n°1379 del 25/06/2008  lascia libera interpretazione alla questione, ecco cosa recita l'articolo riguardante i settori:  "Ove la destinazione o l'importanza dell'impianto sportivo lo richiedano, dovranno essere previsti settori indipendenti da destinare a particolari categorie di spettatori (ospiti, autorità, accompagnatori, ecc.) e/o ai media (zona stampa comprendente di massima posti in tribuna, eventuali cabine, posti attrezzati con audiovisivi, posti per tele o radiocronisti, sala stampa, ecc.)" 

Insomma è chiaro che la situazione ha dell'incredibile, in una città in cui lo sport stenta a decollare per via degli alti costi e di amministrazioni comunali sempre meno propense a finanziare le varie associazioni nostrane, se ci aggiungiamo inoltre l'ultima vicenda possiamo ben dire che a Piazza Armerina le associazioni sportive devono affrontare un vero e proprio calvario.

Con la speranza che questa mia testimonianza possa raggiungere “i piani alti” affinché si possa  far maggiore chiarezza su questa assurda vicenda e che finalmente già dalla prossima partita i tifosi piazzesi della Gear Sport possano tranquillamente incitare i propri beniamini.

Vi terrò informati.

Benito

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