Due gradini in meno, da A3 a Baa2, e prospettive negative, con il rating sui titoli di Stato italiani che si avvicina all'ultimo gradino prima dell'inferno della categoria speculativa. La bocciatura di Moody's, arrivata giovedì a notte fonda, trova impreparate le agenzie di stampa che battono la notizia in ritardo. Spiazza poi Bruxelles che parla di «timing non appropriato». Non stupisce però il mercato che si aspettava una nuova pagella, ma non un giudizio così severo. Per la verità la pillola avrebbe potuto essere ben più amara, vista la coincidenza con l'asta di BTp, ma il buon esito del collocamento e la chiusura positiva di Piazza Affari, hanno fatto tirare un sospiro di sollievo alla fine di una lunga giornata.
Il rischio contagio
A pesare per Moody's sono il progressivo deterioramento dello stato di salute dell'Eurozona e soprattutto l'effetto contagio collegato alla possibile uscita dall'euro della Grecia e alla crisi delle banche iberiche. Fardelli negativi il cui impatto è amplificato da un articolato elenco di fragilità del sistema-paese. «Nei nostri rating noi valutiamo l'aumento dei rischi - spiega al Sole-24 Ore il tedesco Dietmar Hornung, senior analyst di Moody's -. Nel caso dell'Italia, dallo scorso febbraio (quando l'abbiamo declassata) sono peggiorati alcuni rischi: la fiducia dei mercati si è deteriorata ulteriormente, il contagio dell'Europa per colpa di Grecia e Spagna è più forte, e l'Italia è talmente vulnerabile a questi pericoli a causa delle sue necessità di funding che anche i rischi legati all'Italia (la sua capacità di finanziarsi e l'aumento del costo del debito) sono aumentati di conseguenza. I nostri rating guardano avanti ed è guardando avanti che riteniamo che siano aumentati i rischi rispetto a cinque mesi fa».
Un sistema-Paese fragile
Certo l'asta di ieri sui BTp è andata bene (si veda articolo nell'altra pagina), ma l'analisi di Moody's lascia intravvedere il pericolo di un finale non lieto per i futuri collocamenti. In un clima di profonda incertezza e in assenza di una efficace rete di sicurezza europea (la dotazione dei due fondi, Efsf ed Esm, è troppo ridotta per proteggere veramente il nostro paese, è la tesi dell'agenzia Usa), l'Italia con il suo alto debito/Pil e le sostanziose necessità di finanziamento (415 miliardi di aste di titoli di Stato l'anno, calcola Moody's) rischia di perdere l'accesso ai mercati. Senza contare gli effetti negativi connessi alla scelta di Moody's di abbassare da Aaa ad A2 anche il rating massimo che può essere assegnato a un emittente nazionale, compresi i titoli strutturati garantiti dai crediti italiani.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-14/moodys-declassa-italia-bruxelles-081128.shtml?uuid=AbGozf7F
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