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mercoledì 23 maggio 2012

ISTAT/ Italia più povera, salari fermi e risparmi in calo

L’Italia esce dal 2011 in affanno: la crisi ha impoverito il Paese portando indietro di decenni su redditi e risparmi; le difficoltà economiche hanno rafforzato le disuguaglianze generazionali e territoriali. Il Rapporto annuale dell’Istat descrive così uno scenario critico. Nel corso dell’ultimo anno, spiega il presidente dell’Istituto Enrico Giovannini, l’Italia ha scoperto di essere «più vulnerabile di quanto pensava». Una presa di coscienza che è servita a «mettere mano» su «numerose questioni irrisolte», ma comunque anche il 2012 è destinato ad essere «ricordato come un anno molto difficile». Ecco di seguito i principali punti affrontati dal Rapporto. – SALARI AL PALO IN ULTIMO VENTENNIO: Tra il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali, in termini reali, sono rimaste ferme. Non è andata meglio per le retribuzioni di fatto, ovvero le buste paga, salite solo di quattro decimi di punto l’anno. – REDDITI A LIVELLI DI 10 ANNI FA, RISPARMIO A MINIMI DA ’90: Visto anche l’andamento degli stipendi non stupisce come il reddito reale disponibile delle famiglie sia diminuito nel 2011 per il quarto anno consecutivo, tornando ai valori di dieci anni fa.
Dal 2007 la perdita è di ben 1.300 euro a testa. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è scesa all’8,8% nell’ultimo anno, la percentuale più bassa dal 1990. Insomma gli italiani non sono più popolo di formiche, intento a mettere da parte, ma neppure di cicale. Le famiglie hanno dovuto intaccare i loro ‘tesorettì soprattutto per fare fronte a spese obbligate e necessarie. Ora però le riserve si stanno esaurendo e gli italiani si ritrovano costretti a ridurre i consumi. – ITALIA ULTIMA IN UE PER CRESCITA TRA 2000-2011: Il Paese ha registrato via via record negativi. Negli ultimi dieci anni, tra il 2000 e il 2011, con una crescita media annua pari allo 0,4%, l’Italia risulta ultima tra i 27 stati membri dell’Ue. – LA ZAVORRA DEL SOMMERSO: Una vera e propria piaga che vale fra 255 e 275 miliardi, cioè fra il 16,3% e il 17,5% del Pil. Il dato, al 2008, è inferiore a quanto registrato nel 2000 (quando il peso sul Pil era del 18%). Ma con la crisi l’area dell’economia sommersa si è «verosimilmente allargata». – GIOVANI EMARGINATI DAL MONDO DEL LAVORO: Guadagnare, consumare e risparmiare per i giovani è un’impresa ardua. Addirittura in molti restano a casa: sono 2,1 milioni i ragazzi che nè studiano nè lavorano, i cosiddetti Neet. D’altra parte per gli under 30 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 20,2%. Ma anche quando hanno un impiego i giovani sono penalizzati, infatti oltre un terzo degli under 30 ha un lavoro a tempo determinato (contro un valore medio del 13,4%). – SEMPRE PIÙ PRECARI: Per chi entra con un contratto a termine o comunque atipico non sempre c’è un ‘happy end’: a 10 anni dal primo impiego il 29,3% è ancora in una situazione di precarietà, circa il 10% non è più occupato e una quota consistente ha sperimentato una mobilità «discendente». Di fronte a tali difficoltà, molti si arrendono: lo scoraggiamento e l’attesa di ricerca sono i principali motivi di rinuncia, segnalate da 1 milione e 800 mila inattivi. – ASCENSORE SOCIALE BLOCCATO: In Italia c’è una «bassa fluidità sociale», con opportunità di miglioramento che rispetto ai padri «si sono ridotte», mentre «i rischi di peggiorare sono aumentati». Diventa difficile scalare classi sociali: solo l’8,5% di chi ha un padre operaio riesce ad accedere a professioni apicali. L’ascensore sociale appare bloccato anche nei percorsi formativi, fin dai banchi di scuola. – AL SUD POVERA QUASI 1 FAMIGLIA SU 4: Forti disuguaglianze si continuano a registrare sul piano territoriale. I dati (riferiti al 2010) parlano chiaro: al Sud sono povere 23 famiglie su 100, al Nord 4,9. Sono le regioni meridionali quelle che offrono minori opportunità di lavoro, che scontano svantaggi nella dotazione di servizi sociali (dagli asili nido all’assistenza per gli anziani) sanitari e ambientali. – VITA DIFFICILE PER LE MAMME CHE LAVORANO: Un’altra categoria penalizzata è quella delle donne. Nel 2012, a due anni dalla nascita del figlio quasi una madre su quattro in precedenza occupata non ha più un lavoro. E spesso quando c’è il part time non è una scelta volontaria. L’Italia è anche in fondo alla classifica europea per il contributo ‘rosà ai redditi della coppia, con il 33,7% delle donne tra i 25 e i 54 anni che non percepisce nulla. – FAMIGLIA CON FIGLI IN CRISI, BOOM SINGLE E CONVIVENZE: Intanto in Italia si riduce il numero delle coppie sposate che hanno figli, oggi sono appena il 33,7%. Raddoppiano invece le nuove forme familiari, come single non vedovi e libere unioni. In parallelo prosegue il calo dei matrimoni. E sono anche in aumento le separazioni: che toccano quasi tre matrimoni su dieci, una proporzione raddoppiata in 15 anni. – AUMENTANO ANZIANI E STRANIERI: A livello demografico non si ferma anche l’invecchiamento, a causa dell’aumento della sopravvivenza e della bassa fecondità. Al rialzo demografico contribuiscono soprattutto gli stranieri residenti, quasi triplicati nell’ultimo decennio. – LE REAZIONI: La fotografia dell’Istat preoccupa i sindacati, per la leader della Cgil, Susanna Camusso, emerge «un paese in cui continua a rimanere una forte discriminazione nei confronti delle donne e una grande disattenzione verso i giovani». Per il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, siamo tornati indietro «ai primi anni del dopoguerra». Sulla stessa linea l’Ugl. Timori sono anche espressi dalla Coldiretti e dalla Cia, secondo cui c’è rischio di super tagli anche nella spesa alimentare. Allarmati sono anche i commenti dei politici. Mentre per il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione Andrea Riccardi, i giovani hanno bisogno di «tanti investimenti, cerchiamo di farli a costo limitato o a costo zero. Questo purtroppo è il nostro limite».

Fonte: http://www.online-news.it/2012/05/22/istat-italia-piu-povera-salari-fermi-e-risparmi-in-calo/
 

1 commento:

  1. Il dato sui salari è falsato, irreale.

    http://www.ilcittadinox.com/blog/il-dato-ufficiale-sui-salari-e-irreale.html

    Gustavo Gesualdo alias Il Cittadino X

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