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sabato 28 aprile 2012

Sicilia, Lombardo verso le dimissioni per l'inchiesta, rischio commissariamento

Cancellata in gran parte la legge di stabilità
con un buco di novecento milioni di euro

Voto in autunno, probabilmente a fine ottobre. E dimissioni dunque tra luglio e agosto, tre mesi prima, come impone la legge. Ma non è esclusa un'accelerazione, in questo caso Raffaele Lombardo lascerebbe la presidenza della Regione siciliana a giugno, per consentire già a settembre di riaprire le urne. Ma un'altra tegola incombe sul governo: l'impugnativa del commissario dello Stato che ha cassato gran parte della legge di stabilità appena approvata, col rischio che, se entro quattro giorni non sarà varata una manovra per recuperare 900 milioni di euro a copertura delle falle del bilancio, l'Ars sarà sciolta e la Regione commissariata.

L'inchiesta giudiziaria.Il governatore della Sicilia ha comunicato l'intenzione di lasciare anticipatamente (il mandato scade la prossima primavera) ai deputati dell'Assemblea regionale, convocata per ascoltarlo sull'inchiesta giudiziaria che lo coinvolge.
Prima ha voluto assicurare il parlamento sulla sua integrità: «Sappia quest'aula che non esiste un solo video, nè un contatto illecito, nè una relazione di servizio, non una telefonata, nè un solo fatto, nè uno scambio, non un procurato vantaggio che mi possa legare al crimine organizzato». Davanti a molti assessori della sua giunta, Lombardo ha difeso il lavoro svolto dal suo governo, che «a differenza di altri, non è neppure sfiorato da un sospetto». «Non si sono compiuti atti che possono essere sospettati di interesse di parte, e questo a onore e vanto della Sicilia, mentre in altre Regioni altri governi sono ben più che sfiorati da sospetti».

Le ragioni politiche.Un'arringa che non ha convinto l'opposizione, con Pdl, Pid e Udc che lo hanno invitato a dimettersi subito. Quindi dal piano giudiziario (la Procura di Catania ne ha chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, udienza il 9 maggio), il governatore è passato a quello politico. Ha motivato la scelta di andare a votare in autunno per evitare la coincidenza elettorale con le politiche. E ha annunciato che non intende ricandidarsi. «Lo escludo», ha detto ai cronisti, «altri si occuperanno delle alleanze». Proprio mentre era in corso la seduta parlamentare, è arrivata la notizia dell'impugnativa di gran parte della legge di stabilità da parte del commissario dello Stato.

Il rischio commissariamento.La scure è calata su 82 norme, tra cui quella che autorizzava un mutuo da 558 milioni di euro. Il 30 aprile scade l'esercizio provvisorio e senza bilancio l'Ars sarà sciolta e la Regione commissariata. Per scongiurare questo pericolo, il governo sta lavorando assieme ai funzionari della Presidenza dell'Ars a un exit strategy. Già nella seduta di domani, l'Assemblea dovrebbe approvare l'ordine del giorno con cui viene autorizzata la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge senza le parti impugnate. Allo stesso tempo, il parlamento esaminerà un apposito disegno di legge governativo per agganciare il mutuo da 558 milioni a singoli capitoli del bilancio per finanziare investimenti e non generici provvedimenti coerenti, come scritto nel comma impugnato. In un altro disegno di legge, sempre d'iniziativa governativa, invece saranno inserite «disposizioni correttive finanziarie e contabili», mentre alcune delle norme bocciate dal commissario faranno parte di un ulteriore ddl che probabilmente sarà discusso nelle prossime settimane. E se l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, parla di 'impianto della finanziaria che regge, il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, è netto: «Al di là delle porcate fatte nella notte tra martedì e mercoledì quando la manovra è stata approvata in mia assenza, le norme proposte dal governo sono state tutte impugnate; è un disastro, in assoluto. È la finanziaria peggiore che io ricordi».

Fonte: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=192895&sez=HOME_INITALIA

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