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lunedì 19 marzo 2012

Riflessione n°22. La Sicilia

Sicilia, solo a sentirne pronunciarne il nome mi balzano agli occhi tantissime immagini di essa, il mare, il vulcano Etna, panorami mozzafiato, tesori che ci raccontano di una Sicilia una volta Magna Grecia, ci raccontano di una Sicilia padrona del Mediterraneo, una Sicilia ricca e prosperosa.
Quei tempi, purtroppo, sono passati e a dire il vero sembra che per la Sicilia non ci sia mai stata nessuna gloria ma solo tantissimi problemi. Problemi che si sono accentuati durante il periodo dell'unità d'Italia, dove la regione è stata bistrattata, stuprata nell'animo (e non solo)  depredata del suo splendore, proprio in quegli anni nasce un cancro che tutt'oggi avvelena la Sicilia, sto parlando chiaramente della mafia
.
La mafia ha contribuito ad un decadimento inesorabile della Sicilia, oggi infatti possiamo notare come la nostra regione sia arretrata in qualsiasi settore senza una apparente via d'uscita, anche perché chi ci governa, e chi ci ha governato, non è stato minimamente in grado di risollevare le sorti dell'isola più bella d'Italia, molti di loro erano collusi con la mafia stessa perciò era inutile sperare in un qualche cambiamento.
È proprio la mafia che non permette alla Sicilia di uscire da una crisi infinita, il tutto è associato dal fatto che il governo nazionale non muove un dito, si sente solamente parlare di “aiuti per il mezzogiorno” ma di questi aiuti non si vede l'ombra, che poi la Sicilia non ha bisogno di aiuti, ha bisogno di investimenti, ha bisogno di industrie,aziende, ha bisogno di persone che creino lavoro cosi da arginare il flusso migratorio verso il nord e di conseguenza ad abbassare il tasso di disoccupazione siciliano.
Che fine farà la Sicilia? Chi lo sa, ma se le cose non dovessero cambiare (in bene ovviamente) penso proprio che qualcuno abbia il dovere morale di ricordarsi dei “Fatti di Bronte”.

Viva la Sicilia!

Benito

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