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venerdì 9 marzo 2012

Petrolchimico di Priolo tra disoccupazione e malattie

  C’è un lembo di Sicilia dove ancor di più rispetto al resto dell’Italia, non solo persiste la disoccupazione ma si muore di malattia.

Nel siracusano, a Priolo, dove sorge uno dei più grandi stabilimenti petrolchimici d’Europa, si muore due volte. Di fame e di malattia.

Nella cittadina aretusea si respirano le polveri sottili dell’amianto contenuto nell’eternit. Le bonifiche che il Comune aspetta da più di dieci anni tardano ad arrivare. A Priolo, dunque si muore, e si  ruba il tempo della vita alla gente. Manca un Polo oncologico, che  i residenti chiedono a viva voce. Invano. Per questo, i priolesi si sono uniti alle proteste dei Forconi e chiedono con forza sia l’attuazione dello Statuto sia la garanzia di avere  una sanità equa.
Nell’Isola, il problema sanitario riguarda non solo i tanti, troppi, casi di malasanità, ma anche il boom di cliniche private, che diffuse sul tutto il territorio siciliano hanno preso pian piano il posto degli ospedali pubblici, strutture in cui il cittadino non si sente più sicuro. Qual è il problema? Ovviamente i costi proibitivi. I siciliani, dunque, sono costretti a farsi curare al Nord, dove i costi per le cure mediche di un malato oncologico sono molto più bassi rispetto alle tariffe applicate nell’Isola. In Sicilia sono circa 1900 le strutture private.

E intanto a Priolo, l’aria che si respira è maleodorante e carica di veleni tossici. Un malato di tumore quasi in ogni famiglia, bambini che nascono malformati. A Priolo, zona ad alto rischio ambientale si muore più che nel resto d’Italia. La questione, molto spesso dimenticata è balzata di nuovo agli onori della cronaca grazie alla trasmissione di Santoro “Servizio pubblico”.

In quella occasione, anche i Forconi, che a Priolo hanno da qualche giorno organizzato dei presìdi bloccando le autobotti all’ingresso dello stabilimento,  si sono uniti alle proteste dei cittadini e lanciato un nuovo messaggio: «La quastione di Priolo si conosce da ormai più di 50 anni – riferisce a BlogSicilia Mariano Ferro -  il ministro dell’Ambiente non è stato capace di risolvere il problema dell’inquinamento, non solo atmoferico ma anche del territorio a causa dell’ingente emissione di polveri sottili. Nel corso dei decenni ci siamo sempre accontentati e questo è il prezzo che stiamo pagano: benzina alle stelle e un disastro ambientale senza precedenti. Speriamo che il Movimento dei Forconi riesca a non far risprofondare negli abissi la questione di Priolo».

Fonte: http://siracusa.blogsicilia.it/petrolchimico-di-priolo-tra-disoccupazione-e-malattie/80301/

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