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lunedì 20 febbraio 2012

Tensione Italia-India, Terzi: "Ci sono stati due incidenti"

Il ministro degli Esteri sulla vicenda dei militari italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani: "La nave era in acque internazionali". Manifestazioni contro l'Italia a Kollam, il magistrato dispone altri 3 giorni di fermo

Non si scioglie ancora la tensione diplomatica tra Italia e India sull'arresto di due militari italiani da parte delle autorità di New Delhi, accusati di avere ucciso due pescatori indiani (scambiati per pirati) mentre svolgevano servizio antipirateria a bordo della nave petroliera Enrica Lexie. "Allo stato delle cose ci sono delle considerevoli divergenze di carattere giuridico", ha detto il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi.

"Sinora non credo che si sia sviluppata quella collaborazione tra lo stato federale indiano e lo stato italiano che sarebbe invece veramente auspicabile e consentirebbe una via d'uscita in tempi rapidi", ha aggiunto il capo della Farnesina.
Ma soprattutto, ha spiegato il ministro Terzi, "la nave si trovava a 32 miglia nautiche e ampiamente in acque internazionali". Inoltre in quella zona "ci sono stati almeno due incidenti".
Per il ministro della Giustizia, Paola Severino, inoltre "tutto quello che viene detto è basato su idee, ma la prova sullo svolgimento dei fatti, versioni che sono totalmente contrapposte tra le due parti, ancora non c'è stata".

Altri tre giorni di fermo per i tre italiani - Intanto Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due militari italiani fermati, hanno lasciato la guest house di Kochi, nel sud dell'India, dov'erano custoditi, per Kollam, dove sono comparsi davanti al magistrato. Il giudice ha disposto un fermo di altri 3 giorni che prolunga quello emesso dalla polizia e ha fissato  un periodo complessivo di 14 giorni di possibile estensione del procedimento ai danni dei due italiani indagati. Fra 72 ore rivedrrà i militari per decidere se eventualmente mandarli in prigione.

Manifestazione anti-Italia a Kollam - Intanto un gruppo di un centinaio di persone appartenenti "a tutti i partiti" del Kerala inscenava una rumorosa manifestazione anti-italiana proprio davanti alla casa del magistrato di Kollam.

La versione italiana - Per quanto riguarda la versione dei fatti dell'equipaggio, Carlo Novielli, vice comandante della petroliera Enrica Leixe, a bordo della quale erano imbarcati dei militari del battaglione San Marco in funzione antipirateria, nega che i due militari, mercoledì scorso, abbiano sparato contro il peschereccio indiano, sostenendo che abbiano esploso soltanto dei colpi in acqua per allontanare una sospetta nave di pirati.
Novielli, come riferito da Repubblica, ha detto che un membro del team della sicurezza aveva avvistato con il binocolo, poco prima delle quattro del pomeriggio, quella che apparentemente sembrava una barca da pesca di circa 12 metri. "Abbiamo continuamente monitorato la barca, che nel frattempo si avvicinava sempre di più". In seguito, il comandante, Umberto Vitelli, "dava ordine della massima potenza, la squadra ha mostrato le armi senza nessun risultato e dopo ha sparato in acqua per intimare l'allontanamento. La barca si allontanava, alle ore 17.00 si tornava alla normalità".

Il disappunto del ministro degli Esteri indiano - Questa versione non convince le autorità indiane. "Il ministro degli Esteri indiano, S.M. Krishna ha riferito al ministro degli Esteri italiano (Giulio Terzi) quanto sia stata spiacevole la perdita di vite umane che si sarebbe potuta evitare, se il personale navale a bordo della Enrica Leixe fosse stato più attento e avesse esercitato moderazione", si legge in una nota del ministero degli Esteri indiano.

Il dilemma della competenza giuridica - Da parte italiana si è sottolineato invece che "la presenza di militari a bordo di navi mercantili è regolata da una specifica legge italiana che risponde anche alle esigenze delle risoluzioni della Nazioni Unite in materia di lotta alla pirateria", come ha detto la Farnesina.
Sul caso il governo italiano ritiene poi che sia competente la magistratura italiana, "essendo i fatti avvenuti in acque internazionali su una nave battente bandiera italiana". Inoltre, "i militari sono organi dello Stato italiano pertanto godono dell'immunità dalla giurisdizione rispetto agli stati stranieri".

Fonte: http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2012/02/20/militari_italiani_india_tensione_diplomatica_tribunale_nave_enrica_lexie.html

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