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venerdì 17 febbraio 2012

Una casa messa a riposo.

Ecco un mio vecchio articolo (Novembre 2011) sulla Casa di Riposo di Piazza Armerina. Articolo che a distanza di 3 mesi è del tutto attuale.

Crisi, quando sentiamo quella parola pensiamo all'Italia, ai suoi conti in rosso, ai suoi politici incompetenti, pensiamo ad «arrivare a fine mese»… e poi si vedrà!
Questa parola “crisi” è entrata nelle nostre case con prepotenza e da qualche anno sembra non voglia più andarsene.
Ma parliamo dei fatti di casa nostra, parliamo di Piazza Armerina, della Casa di riposo “San Giuseppe”.

Probabilmente a Piazza Armerina siamo tutti a conoscenza della situazione in cui versa questa struttura pubblica votata all'assistenza degli anziani, in questa struttura la crisi la si conosce già da  molti anni, precisamente dal 2001. Fino ad allora alla Casa di riposo le cose procedevano regolarmente, i salari venivano pagati per intero e puntualmente, ma si intravedeva già che qualcosa non quadrava ed infatti, dopo qualche tempo, le cose cominciarono ad andare storte: stipendi in ritardo e malcontento generale che iniziava a crescere all'interno della struttura.
La Casa di riposo “San Giuseppe” conta oggi quarantacinque lavoratori precari e quindici lavoratori “di ruolo” che non percepiscono più gli stipendi (persino il direttore non viene più pagato). Viene promesso loro qualche stipendio, una volta ogni tanto, ma è una cosa che ha dell'assurdo! I dipendenti dell’Ipab hanno famiglie da sfamare, debiti sulle spalle. Come può l'amministrazione rimanere inerme in questa situazione? Cosa gli impedisce di tutelare questi onesti lavoratori? Il silenzio sta uccidendo questa struttura.
La Regione Sicilia, è rappresentata presso l’istituto “San Giuseppe” dal massimo esponente aziendale: il presidente. A sentire i lavoratori la sua presenza è pressoché inutile. Tante riunioni e mille promesse ma il risultato finale è sempre quello: un buco di bilancio che sfiora le sei cifre, i lavoratori sono stati lasciati a svolgere un lavoro che assomiglia al volontariato.
Scioperi, proteste, lettere e denunce, durante gli anni, non hanno sortito l'effetto sperato.
Adesso dal prossimo 1 dicembre i lavoratori della Casa di riposo “San Giuseppe” entreranno in stato di agitazione permanente e questa volta vista la cecità delle istituzioni competenti, amministrazione compresa, minacciano di andare fino in fondo, perché dopo 10 anni di stipendi a singhiozzo il fondo l'hanno proprio toccato.
Per tutto questo l’Ipab e le famiglie dei suoi lavoratori devono ringraziare ancora una volta la politica e l’incapacità di chi ha funzioni di responsabilità di risolvere i problemi.

Benito

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